Nel cuore della parte vecchia della città, a sud delle mura di Carlo V, nella strada (via San Calogero) che collega via Zurria con piazza Federico di Svevia, si apre il cortile Gammazita con i resti del pozzo nel quale si lanciò a capofitto.
Durante i vespri siciliani (1282), al tempo della dominazione francese vive a
Catania, nei pressi del
castello Ursino, la giovane Gammazita, bella e virtuosa. Di lei si innamora un soldato francese che la corteggia insistentemente, nonostante Gammazita sia fidanzata e promessa sposa. Il corteggiamento é così pressante che Gammazita non esce mai da sola. Un giorno però, forse per necessità, dimentica la prudenza e si reca al pozzo. Qui la coglie il soldato (il posto é solitario). Gammazita grida e cerca aiuto, ma nessuno la può sentire. In un attimo compie la sua scelta. Al disonore preferisce la morte, gettandosi nel pozzo.
Il fonte fu sommerso in gran parte dalla colata del 1669 ma nell'Ottocento era ancora ricco di acqua, che veniva analizzata dai tecnici dell'università, forse per accertarne la potabilità. Poi inaridì. Delle strutture esterne è rimasta ben poca cosa; inoltre il tempo
"ha cancellato l'illusione delle macchie di sangue, visibili sul fondo fino a una settantina di anni or sono (fino a quando cioè il fonte non venne inesorabilmente murato): incrostazioni di magnesio di ferro, certamente, che il popolino riteneva autentico sangue, attribuendolo alla fanciulla che vi si lanciò dall'alto per difendere il proprio onore".
Nel 1982 il comune annunziò l'imminente restauro di questo antico monumento e la sua valorizzazione sotto il profilo storico, culturale e turistico: ma fino ad oggi l'iniziativa non è stata realizzata.
In
Piazza Università è presente una statua alla base di uno dei quattro lampioni Rappresentante la leggenda di Gammazita.