L’appellativo "catena" si lega alla Madonna della Catena, un’antica devozione locale a cui venne poi consacrata l’omonima chiesa, divenuta sacramentale nel 1586. Il centro faceva parte dei casali (agglomerati rurali) di
Acireale, di cui seguì le vicende storiche sino al 1639, quando Aci S. Antonio e S. Filippo si costituirono in università (città) autonoma inglobando anche Aci Catena. Comprato per procura dai Diana di Cefalà, nel 1672 il casale passò, poiché era compreso nel territorio di Aci S. Antonio e S. Filippo, alla famiglia Riggio, che dotò il centro di numerosi edifici e chiese. Nel 1681 Luigi Riggio ottenne il titolo di principe. Tra i danni segnalati a causa del terremoto del 1693 ci fu il crollo della Matrice, da cui proveniva il toponimo. Nel 1761 venne colpita da una grave alluvione. Nel 1826, a seguito della divisione da
Aci Sant'Antonio, Aci Catena formò un’unica "universitas" con Aci S. Filippo, che in seguito divenne una sua frazione. Oggi è un importante centro agrumicolo, con vaste coltivazioni di viti, cereali ed ortaggi. Vi operano fabbriche artigiane di conserve alimentari, distillerie e piccoli mobilifici.