In piazza Stesicoro (lato est), scoperto la sera del 21 settembre 1882, opera dello scultore Giulio Monteverde (al quale furono versate 130.000 lire), realizzato a iniziativa e spese del Comune, che si assunse l'onere della costruzione delle fondamenta. Fino all'anno prima non era stato ancora deciso dove innalzarlo. Il 26 novembre 1881, Federico De Roberto, in una corrispondenza da Catania, sul Fanfulla del 20 novembre, scriveva: "Lo scultore ha completato l'opera sua, e se essa non si vede ancora a posto, la colpa è tutta dei nostri aministratori" (la giunta era presieduta da Antonino Paternò Castello di San Giuliano, futuro ministro degli Esteri), "che ancora non si sono decisi a designare il luogo dove il monumento si dovrà collocare. Ci sono diverse opinioni".
Alcuni indicavano la piazza dove era in costruzione il tratro Massimo, lo stesso De Roberto e altri la piazza Duomo al posto dell'Elefante ("specie di pasticcio croccante, o se vi piace meglio di giocattolo"), altri, e la spuntarono, la piazza Stesicoro.
Nel settembre del 1882, il monumento fu pronto ma non vi fu una vera cerimonia inaugurale, che il Comune intendeva accomunare a quella del teatro Massimo Bellini, che sembrava in via di ultimazione (ma che venne completato soltanto otto anni dopo).
De Roberto, sul Fanfulla del 28 settembre: "L'altra notte (21 settembre) i buoni catanesi che abitano nei pressi della piazza Stesicoro, ebbero rotto l'alto sonno da un frequente martellare e da un rovinar di panconi che facevano un effetto pochissimo armonico, quantunque si trattasse precisamente di qualche cosa che coll'armnia ha molte realzioni. Quel fracasso era dunque prodotto dallo schiodamento dello steccato che nascondeva il monumento a Bellini, che venne così scoperto nelle tenebre, quasiché si compisse una cattiva azione". Il popolo in festa si radunò alla casa di Di Bartolo, dove era ospite Monteverde, e gli tributò una calorosa manifestazione di simpatia. Poi, tutti in corteo, scultore compreso, in piazza Stesicoro, ad ammirare il monumento: "come per incanto furono accesi innumerevoli fuochi". Ancora De Roberto: "L'operaconsta di un largo basamento, da cui si svolge, con movimento svelto, una gradinata di sette gradini - le sette note musicali - che finisce in un secondo piano, nel cui centro sorge un secondo basamento di forma parallelepipeda. Quasi addossate alle quattro faccie, ed appoggiate all'ultimo gradino, s'innalzano quattro statue rappresentanti la Norma, il Pirata, la Sonnambula, ed i Puritani. Finalmente in cima al secondo basamento sta Bellini seduto. Tutto il monumento è alto 15 metri".