Già in epoca romana il territorio dove oggi sorge Mascalucia era abitato, come testimoniano i numerosi reperti archeologici che abbiamo a disposizione. Da antiche fonti si narra che già nel 324 d.C. l'imperatore Costantino, quando concede in dono molte terre siciliane alla Santa Sede, parla anche del territorio di Mascalucia indicandolo con il nome Massalargia (dal latino, villaggio-dono); il termine Massa infatti indicava generalmente un insieme di persone. Nel corso dei secoli questi territori furono più volte confiscati all'autorità Pontificia per essere accorpati alle terre della Corona. Finalmente nel 1645 gli antichi terreni di Mascalucia con tutti i suoi quartieri furono venduti a Giovanni Andrea Massa e successivamente a Placido Branciforte, principe di Leonforte e di Butera. In quei periodi regnava Filippo IV di Spagna e tutto il regno viveva in condizioni di diffusa povertà. Fu lo stesso Filippo IV ad assegnare il titolo nobiliare di Duca di Mascalucia al potente proprietario. Questo portò notevoli vantaggi e privilegi, i magistrati del Municipio del nuovo ducato di Mascalucia portavano addosso una toga similare a quella indossata dai senatori della vicina città di
Catania. Il ducato si profilava a condurre una nuova via di sviluppo commerciale che avrebbe portato gli abitanti ad una importante crescita demografica ed economica. Tuttavia le antiche contrade di Mascalucia dovettero fare i conti prima con il vulcano
Etna, che proprio nel 1669 avviò la più imponente e distruttiva eruzione della storia. L'annuncio di questo disastroso evento furono i terremoti dell'attività pre-effusiva del vulcano. Le economie agricole dei territori di Mascalucia dovettero subire pesanti conseguenze e gli sforzi sostenuti dagli abitanti per riprendere le loro attività e le loro abitazioni furono immani. Solamente ventiquattro anni dopo, alle ore 4 dell'11 gennaio del 1693, il vulcano mette nuovamente in ginocchio la già fragile economia del tempo; ebbe luogo il più devastante terremoto della storia del vulcano che sconvolse l'intera Sicilia orientale.