In
via Crociferi, la costruzione del convento e della chiesa viene avviata nel primo Settecento ed i padri crociferi giungono a
Catania solo dopo il terremoto del 1693.
Nel 1723 dirige il cantiere Domenico La Barbera e la fabbrica si protrae sino alla fine del secolo quando i documenti d'archivio registrano la presenza di Francesco Battaglia, direttore del cantiere tra il 1771 e il 1788.
Una larga scalinata precede la facciata in pietra calcarea bianca, che si presenta divisa in due ordini: il partito centrale dell'ordine inferiore ha un andamento concavo e racchiude, entro lesene con capitelli mistilinei, un ampio portale con una finestra alla sommità. I partiti laterali rettilinei sono alleggeriti da una nicchia per parte, nella quale forse un tempo erano collocate delle statue. Il secondo livello mantiene l'andamento di quello sottostante e presenta al centro una grande nicchia con la statua di San Camillo. Il coronamento è formato da un timpano spezzato circondato da volute e la centro un medaglione.
L'interno è introdotto da un piccolo vestibolo che si apre su un'unica aula ovale, piccola e di impianto semplice. Sulla cantoria della controfacciata è collocato un parapetto settecentesco, unico elemento di una certa eleganza barocca, dipinto con una delicata decorazione vegetale. Addossati ai muri cinque altari in marmo di linea semplice successivi all'edificazione della chiesa.
Grandi tele ornano le pareti sopra gli altari: il Transito di San Giuseppe di Natale Distefano da una copia di Marcello Leopardi del 1835, Sant'Agata e Santa Lucia dello stesso pittore copia del 1836; Estasi di San Camillo di A. Pennini del 1773; la Madonna della salute di Tullio Allegra del 1900; il Santissimo Crocifisso spirante di autore ignoto del 1828.
La zona absidale ospita l'altare maggiore in marmo policromo profilato con inserti di marmo giallo di Castronovo ('700), cinto ai due lati da due grandi candelabri in legno dorato e una Madonna con Bambino su tavola dai caratteri vagamente bizantineggianti ma di difficile lettura perché malamente ridipinta e restaurata nel corso dei secoli.