Chiude, come una quinta di alto valore scenografico, la via Etnea a sud, nel tratto in cui, superata la piazza Duomo, la strada maestra di Catania si insinua, per concludersi in via Dusmet, tra l'ex palazzo dei chierici a ovest e l'ala di lavante dello stesso seminario. Fu appunto per unire questi due corpi di fabbrica che nel 1695, per volere del duca di Camastra, don Giuseppe Lanza, venne costruito un cavalcavia che diede origine ad una porta che allora fu detta della Marina. Ma cambiò nome in quello stesso anno in omaggio al viceré don Francesco Pacco, duca di Uzeda, venuto a Catania per rendersi conto dei lavori di ricostruzione della città sulle macerie del terremoto del 1693. Sopra quell’arco, negli anni che seguirono, a iniziativa del vescovo mons.Salvatore Ventimiglia, vennero costruiti i piani superiori, collegati anch’essi con le due ali del palazzo, e in alto fu eretto un sontuoso fastigio con una nicchia centrale che racchiude un busto di S.Agata che guarda la città e un’iscrizione marmorea: "D.O.M.Sapientiae et bonis artibus-1780" (A Dio ottimo massimo, alla sapienza e alle sue belle arti). Sul balcone che si apre proprio sulla porta dalla parte di Via Etnea c’è un grande stemma del vescovo Ventimiglia.