Palazzo fortificato edificato nel 1307 da Manfredi I della nobile famiglia dei Chiaromonte. Dal 1600 al 1782, fu sede dell'Inquisizione; di questo periodo rimangono preziosi graffiti dei carcerati, testimonianza unica delle sofferenze patite sotto quella istituzione dell'ancién regime. Restaurato negli anni '50 dall'architetto Carlo Scarpa, è oggi sede del Rettorato.
Di pianta quadrata e massiccia volumetria, il palazzo segna il passaggio fra il castello medievale e il palazzo patrizio. La rigorosa cortina muraria esterna è impreziosita da bifore e trifore con tarsie in pietra lavica.
La Sala Magna
La Sala Magna, detta anche dei Baroni, risplende dei dipinti del soffitto ligneo eseguito fra il 1377 e il 1380, realizzato da Cecco da Naro, Simone da Corleone e Darenu da Palermo.
Nelle rappresentazioni vanno rilevate le tracce di quel vastissimo repertorio figurativo che, per i temi moralistici e didascalici, rivela un’immagine fedele della società isolana del Trecento. Fra i tanti temi trattati, i tornei cavallereschi, l’esaltazione della donna e la rivisitazione del passato nel suo momento di massima esaltazione epica e romanzesca: un repertorio d’immagini e di motivi decorativi – scrive Vincenzo Abbate – “che, se da un lato affonda le radici nella tradizione dei grandi soffitti lignei siciliani, dalla Palatina a Cefalù, dall’altro presuppone la conoscenza dei più tardi soffitti islamici della costa magrebina e pari tempo degli “artesonados” spagnoli, nella loro accezione figurativa iberico-provenzale che ricorda elementi felicemente desunti dalla miniatura”. Si segnala un'epigrafe commissionata da Manfredi III Chiaramonte e che così recita «ANNO DOMINI MILLESIMO TRECENTESIMO SEPTUAGESIMO SEPTIMO INDICIONE QUENDECIMA MAGNIFICUS DOMINUS MANFRIDUS DE CLARAMONTE PRESENS OPUS FIERI MANDAVIT FELICITER. AMEN»