L’oratorio della “Nobile, Primaria e Real Compagnia del SS. Crocifisso” era il suo nome originario, detto dei bianchi per il colore degli abiti cerimoniali che avevano lo scopo di confortare e preparare moralmente all’esecuzione i condannati a morte.
Nel 1686 fu restaurato in seguito ad un grosso incendio e fu costruito il gran portico ad arconi e pilastri che si può ammirare oggi.
Altri interventi sono stati eseguiti col passare degli anni: nel 1744 fu dotato di uno scalone in marmo bianco di Carrara e della pavimentazione in mattonelle maiolicate, e di varie decorazioni pittoriche.
Con la fine della compagnia divenne proprietà della curia arcivescovile e comincio un periodo di degrado e danni strutturali dovuti a terremoti e guerre fino a quando, nel 1987, fu acquistato e restaurato dall’assessorato dei beni culturali e riportato alla fruizione del pubblico.Dentro l’oratorio è possibile ammirare la porta lignea (Bab el Fotik) della Kalsa da cui, nel 1071, entrò Roberto Il Guiscardo durante la presa di Palermo del regno Normanno; per celebrare la vittoria il re fece conservare la porta rinominata “Porta della Vittoria” e vi fece dipingere sopra una raffigurazione della madonna della Vittoria.
Attorno all’immagine della madonna, Matteo Carnilivari costruì nel 1495 una cappella trasformata con alcune modifiche nel secolo successivo nella chiesa che oggi possiamo ammirare.