Il complesso di S. Maria degli Angeli, più conosciuto col nome “La Gancia” (ossia ricovero per forestieri) è costituito dal Convento e dalla Chiesa. Esso propone due prospetti visibili; quello principale di cui è leggibile l’impronta dell’architettura quattrocentesca e quello laterale, prospiciente Via Alloro, molto manomesso da successivi interventi e restauri.
L'origine del convento risale al 1430. Nel tempo, esso fu sede del ministro provinciale e fu abitato da frati di santa vita. Con la soppressione del 1866 il convento fu adibito ad archivio di stato; i frati ripresero, in seguito, le attività come cappellani della cinquecentesca chiesa e di apostolato dal 1882, costruendo alcune stanze sulle cappelle del lato destro della chiesa. Dal 1999 il convento è stato di nuovo adibito a curia provinciale e punto di riferimento per tutti i frati della Provincia.
La chiesa fu costruita sui resti di un tempio preesistente. I lavori iniziarono nel 1490 e si conclusero intorno al 1500, non senza qualche difficoltà. La facciata presenta portali ad archi ogivali di stile tardo-gotico. L’interno è a croce greca, con una grande navata centrale e varie cappelle laterali. Vi si conserva un notevole patrimonio artistico, comprendente opere del Serpotta, del Gagini e del Novelli, oltre ad un magnifico organo del Seicento. Stupenda è anche la cappella di proprietà della famiglia reale spagnola, dedicata alla Madonna di Guadalupe.
Fra il transetto e Via Alloro, fu scavato un foro, poi chiamato “Buca della Salvezza”. Nel 1860 - attraverso questo foro - due patrioti mazziniani che si erano rifugiati nella cripta, riuscirono a sfuggire alla cattura da parte delle milizie borboniche.