Oltre ad essere il monumento più importante di
Pedara, per il suo particolare contenuto artistico è una delle chiese più visitate e studiate della provincia. L'intero complesso architettonico è considerato uno splendido esempio di "chiesa nera" dell'
Etna dove il sapiente e coraggioso utilizzo della pietra lavica e degli intonaci trova qui una delle sue massime espressioni.
La prima costruzione fu completata nel 1547 ed era in stile romanico. Oltre un secolo dopo, la struttura si dimostrò insufficiente a contenere i fedeli tanto che nel 1682 la fabbrica fu demolita per una più spaziosa ed attrezzata.
Ma l'11 gennaio 1693 il terremoto piegò anche
Pedara e della chiesa appena ricostruita rimase ben poco. La grandiosa opera di ricostruzione richiese oltre 10 anni di lavoro e fu compiuta dal sacerdote pedarese don Diego Pappalardo solo nel 1705. All'interno si possono ammirare gli affreschi di Giovanni Lo Coco, una tela di Mattia Preti che raffigura Il Martirio di S. Caterina, il monumento funebre allo stesso don Diego, numerose tele, i marmi policromi dell'altare maggiore, alcune sculture del '700, i preziosi ricami e gli arredi sacri. All'esterno, invece, spiccano la torre campanaria con elementi di epoche diverse, le sculture in pietra dei portali e delle finestre ed un ormai raro esemplare di meridiana.