Le origini di Paternò sono antiche e risalgono ad epoca precedente ai greci. L’antico nome era Ibla Mayor e numerose sono le testimonianze archeologiche che il suo territorio conserva. Il centro storico è ricco di monumenti risalenti al periodo normanno. Sull’origine del nome di Paternò, nel corso dei secoli, molto si è scritto ed ancora si scriverà stante che le varie ipotesi formulate hanno ognuna un suo fascino ma non un fondamento scientifico. Uno sviluppo civile ed economico si ha con la venuta dei normanni che ci hanno lasciato monumenti insigni che ci testimoniano l’importanza raggiunta dalla città nel Medio Evo. La città ha avuto l’appellativo di "città delle regine" in quanto camera regionale e sede di varie regine, Eleonora D’Aragona e la Bianca di Navarra; quest’ultima nel 1405 da castello Normanno promulgava le "Consuetudini della città di Paternò". Nel 1337 moriva a Paternò Federico II d’Aragona, poi seppellito a Catania. Nel 1576, imperversando la peste in tutta la Sicilia, Paternò non ebbe molte vittime, per cui i cittadini, gridando alla miracolosa intercessione di S. Barbara, proclamarono quest’ultima compatrona della città, insieme a S. Vincenzo martire, fino ad allora patrono di Paternò onorandola il 4 Dicembre di ogni anno. Paternò è stata visitata da molti illustri, trai quali, nel 6/4/1714, il re Vittorio Amedeo II di Savoia ed il 14/7/1864 Giuseppe Garibaldi. Durante i moti Carbonari contro i Borboni vi furono varie repressioni, con la visita di re Ferdinando, della regina e di altri suoi congiunti. Nella prima guerra mondiale Paternò ha perso i suoi figli minori, ai quali furono assegnati molte medaglie al valore militare. Il 14 luglio 1943 Paternò subiva i bombardamenti aerei, subendo oltre quattromila vittime, per cui il 20/09/1972 il Capo dello Stato assegnava la Medaglia d’oro al valore civile alla città per il contributo di sangue pagato dai suoi abitanti. Nell’immediato dopoguerra fu iniziata l’opera di ricostruzione del paese con espansioni urbanistiche notevoli fuori della vecchia città, in applicazione della legge 167 e successivamente nasceva nella zona Ardizzone una nuova città ed una galleria d’arte moderna, che ha ospitato mostre di artisti di valenza internazionale. Tra le manifestazioni più rilevanti, ogni anno, a Paternò si svolge la Fiera di Settembre, nella villa Moncada, per artigiani, commercianti ed agricoltori, di grande richiamo a livello interprovinciale. Paternò conta, altresì, una grande tradizione per il carnevale, la processione del Venerdì santo, la festa della patrona, ecc. Negli ultimi anni sono state valorizzate le tradizioni artigiane con mostre permanenti nella città e presso il castello Normanno sulla pietra lavica ceramizzata, sul cotto etneo; a Natale, con Arte Natale, la rassegna delle tradizioni natalizie di Sicilia, presso la Torre Normanna, meta di visitatori italiani e stranieri, con soprattutto la presenza di quasi tutte le scuole isolane, grazie al dinamismo culturale della "scuolarte città di Paternò". In estate sulla collina si svolge il Festival Rocca Normanna, una rassegna d’arte con spettatori di attrazione internazionale. L'economia prevalente è quella agricola, con rigogliosi agrumeti, le cui arance vengono esportate soprattutto all'estero; notevole incremento ha avuto l'attività terziaria in genere ed in particolare quella artigianale, con la lavorazione del ferro battuto, della ceramica, della pietra lavica ceramica, che negli ultimi anni ha varcato i confini nazionali, partecipando a mostre internazionali in Giappone, Germania, Canada, Stati uniti d'America, risultato delle capacità dei valenti artigiani che operano in città. in questi ultimi anni Paternò è diventata meta di turisti italiani in quanto possiede sulla collina Belvedere un patrimonio incommensurabile d'arte e di cultura.