Rinata più volte dalle sue ceneri in seguito ad eruzioni, terremoti ed eventi bellici, Catania è la città dell'
Etna, in continuo e vivo rapporto con il
vulcano che ha tradiito la sua fiducia spingendo le colate di lava fin dentro le mura. E non è solo il profilo del vulcano a ricordarcelo, ma anche il colore scuro che caratterizza i monumenti, le case e i portoni. I colori dominanti della città sono quindi il nero e il bianco, a creare un suggestivo e marcato contrasto, che si ripropone anche nel simbolo cittadino, l'
elefantino di
piazza Duomo. La patria di
Vincenzo Bellini e
Giovanni Verga è una città elegante e trafficata, animata da un vivace mercato ittico e da un'intensa e crescente attività industriale legata all'alta tecnologia.
Geografia
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Catania sorge sulla costa orientale dell'isola, ai piedi del vulcano
Etna e a metà strada tra le città di
Messina e
Siracusa. Il suo territorio comprende anche una vasta fetta della piana di Catania. Si affaccia sul mare Ionio con il golfo che prende il suo nome.
Il territorio è prettamente pianeggiante. Il nucleo originario della città era situato su un colle che corrisponde più o meno all'odierna piazza Dante, dove sorge l'ex
Monastero dei Benedettini. Per il resto, l'unico rilievo importante è la collina Santa Sofia, dove sorge la Cittadella Universitaria, al confine con
Gravina.
Catania è attraversata da un fiume sotterraneo, l'
Amenano. In passato, poco fuori le mura ad ovest, si poteva trovare il lago di Nicito, oggi coperto dalla colata lavica del 1669, la quale ha profondamente mutato l'aspetto del territorio circostante. La costa è rocciosa a nord del porto (la Scogliera, con la famosa spiaggia di
San Giovanni li Cuti) e sabbiosa a sud (
la Plaia).
Ambiente
Il verde pubblico è dato dai parchi situati all'interno della città (sono cinque quelli di una certa grandezza e importanza: il
Giardino Bellini, detto "'a villa", il
Giardino Pacini detto "Villa 'e varagghi", il
Parco Gioeni, il Parco Falcone e Borsellino e il Boschetto della
la Plaia).
Il territorio del comune di Catania comprende una parte della piana di Catania. È una tra le più estese aree coltivate della Sicilia, e la sua zona più vicina al mare costituisce l'oasi del Simeto, riserva regionale di circa 2000 ettari istituita nel 1984. L'Oasi del Simeto prende nome dal fiume Simeto, il più importante dell'Isola, che vi termina il suo corso. Inoltre Catania è una delle poche città in Italia ad offrire paesaggi tanto diversi concentrati in un solo sito. L'unico fiume che attraversa la città è l'
Amenano, un tempo visibile e poi seppellito da un'eruzione dell'
Etna, che ora scorre sotto la superficie della città rendendosi visibile solo all'
Acqua o linzolu, una artistica fontana in marmo bianco che sorge tra la
Pescheria e la
piazza del Duomo.
Arte e Monumenti
Del periodo greco e della dominazione romana a Catania rimangono pochissime tracce e reperti, a causa dei disastrosi terremoti (che hanno raso al suolo la città) e delle conseguenti ricostruzioni che spesso hanno ricoperto le precedenti architetture. Inoltre, non sono mai state eseguite grandi campagne di scavi e studi archeologici se non in casi sporadici della sua storia recente.
Il
Teatro Romano (del II secolo), l'
Odeon (III secolo), l'
Anfiteatro (II secolo), le
Terme dell'Indirizzo, le
Terme della Rotonda, le
Terme Achilliane, i resti di un acquedotto presso il
parco Gioeni e alcuni edifici funerari sono tutti i resti attualmente visibili della Catania romana. Il
Teatro Romano e l'
Odeon sono stati restaurati negli ultimi anni e sono comodamente visitabili. Anche i resti dell'
anfiteatro sono visitabili dal 1907 (anno in cui sono stati riportati alla luce) dall'ingresso di
piazza Stesicoro.
Probabilmente anche
u Liotru, il simbolo della città situato attualmente al centro di
Piazza Duomo, è stato costruito in epoca romana. È un manufatto in pietra lavica porosa, che raffigura un elefante sormontato da un obelisco egiziano in marmo bianco. Il nome deriva probabilmente dalla storpiatura del nome Eliodoro, personaggio legato alla storia della statua.
Inoltre, sono state prodotte a Catania una serie di monete, che comprende bellissimi conii - da quelli arcaici - con Nike e Zeus in trono - a quelli dei grandi incisori - Eveneto, Eraclide e Procle, con testa di Apollo.
Nei sotteranei di Catania si trovano ricche testimonianze di epoca greca-romana (l'intera città antica),che forse un giorno verrà riportata alla luce.
Il Medioevo
Del periodo normanno si conservano principalmente il
castello di
Aci Castello e le absidi della
Cattedrale di Sant'Agata (il Duomo), che poi sarebbe stata ristrutturata dopo il terremoto del 1693. Oggi la cattedrale conserva la vara, il busto-reliquiario e la cassa-reliquaria di Sant'Agata, realizzato dal senese Giovanni di Bartolo nel XIV secolo.
Unico monumento di età bizantina è la
Cappella Bonajuto (nome derivante dalla famiglia nobiliare che l'aveva tenuta come sacrario di famiglia nonché cappella privata):si tratta di una "trichora" bizantina cioè un edificio con tre absidi; prima del suo restauro se ne aveva conoscenza grazie ai disegni di Jean Houel.
Del periodo svevo (XIII secolo) è il portale della
chiesa di Sant'Agata al Carcere e il federiciano
Castello Ursino (ricostruito e restaurato, è ora sede del
Museo civico (raccolte Biscari e dei benedettini) coevo del più famoso castello pugliese di Castel del Monte.
Il Rinascimento
Della dominazione aragonese rimane la
chiesa di Santa Maria di Gesù situata nella piazza omonima, costruita nel '500 e ristrutturata nel '700. Nel 1558 fu iniziata la costruzione del
Monastero dei Benedettini, a cui sarebbe stata affiancata la
chiesa di San Nicolò l'Arena. Distrutta dalla colata lavica del 1669 e dal terremoto del 1693, nel 1703 se ne avviò la ricostruzione che tuttavia non è stata mai più portata a termine. Le cosiddette Mura di Carlo V, che racchiudono il centro storico, furono iniziate nel XVI secolo ma vennero praticamente ricostruite dopo il terremoto.
Il Barocco
Catania è stata distrutta nel 1169 e nel 1693 dai terremoti. Il suo territorio circostante è stato più volte coperto da colate laviche che hanno raggiunto il mare. Ma i catanesi l'hanno ricostruita sulle sue stesse macerie. La leggenda vuole che la città sia stata distrutta sette volte durante la sua storia, ma in realtà tali eventi disastrosi si possono riferire a pochi ma terribili terremoti. Anche le distruzioni del centro urbano a causa delle colate laviche sono frutto di una storiografia fantasiosa.
Tutti i monumenti antichi sono stati inseriti nel tessuto urbano della città ricostruita grazie all'opera dell'architetto Giovan Battista Vaccarini, che ha dato alla città una chiara impronta barocca. Tra gli altri che hanno aiutato la rinascita della città si ricordano Francesco Battaglia, Stefano Ittar, Alonzo di Benedetto e Girolamo Palazzotto.
Un raro esempio di unità architettonica è la
via dei Crociferi, la strada più bella della Catania settecentesca. Essa ha inizio in Piazza San Francesco d'Assisi e vi si accede passando sotto l'arco di San Benedetto che collega la Badia maggiore alla Badia minore posta al di là della strada. La strada, contornata da chiese, monasteri e poche abitazioni civili, è un raro esempio di barocco siciliano. Nel breve spazio di circa 200 metri sono presenti ben quattro chiese. La prima è la
chiesa di San Benedetto collegata al convento delle suore benedettine dall'arco omonimo che sovrappassa la via. Ad essa si accede a mezzo di una scalinata ed è contornata da una cancellata in ferro battuto.
Proseguendo si incontra la
chiesa di San Francesco Borgia alla quale si accede tramite due scaloni. A seguire si incontra il Collegio dei Gesuiti, oggi sede dell'Istituto d'arte, con all'interno un bel chiostro con portici su colonne ed arcate. Difronte al Collegio è ubicata la
chiesa di San Giuliano considerata uno dei più begli esempi del barocco catanese. L'edificio, attribuito all'architetto Giovan Battista Vaccarini, ha un prospetto convesso e delle linee pulite ed eleganti. Proseguendo ed oltrepassando la via Antonio di Sangiuliano, si può ammirare il convento dei Crociferi e quindi la
chiesa di San Camillo. In fondo alla via è ubicata
Villa Cerami, che è sede della facoltà di giurisprudenza dell'Università di Catania.