Il Castello di Roccavaldina si trova in Sicilia, nei pressi di Messina, al centro del piccolo paese di cui un tempo rappresentò il simbolo del potere feudale e che da esso prende il suo nome: Roccavaldina.
La sua posizione geografica - è arroccato sullo scoscendimento di una collina - ne fa uno splendido punto di osservazione del territorio circostante: alle sue finestre lo sguardo può spaziare dalla piana di Milazzo verso il golfo fino a perdersi all'orizzonte nel suggestivo scenario delle isole Eolie, che si scorgono nitide nelle giornate più limpide.
Dal punto di vista architettonico presenta due sezioni distinte: la più antica, di origine normanna, conserva la tipica configurazione medievale con due torri fortificate e con merlature guelfe, l'altra, cinquecentesca, è un imponente palazzo baronale attribuibile all'architetto fiorentino Camilliani, uno dei principali esponenti della produzione artistica siciliana nel periodo della dominazione spagnola dell'isola.
Il castello è di proprietà dei baroni Nastasi de Spucches, ed è aperto su richiesta a visite gratuite.
Storia
Il castello di Roccavaldina nasce come castello medievale in età Normanna; tracce dell'antico nucleo sono reperibili nello splendido portone ogivale e nell'ala nord-orientale: una fortificazione dotata di ponte levatoio e torri merlate atta a difendere terre e persone dalle frequenti incursioni piratesche.
Diventa residenza padronale nel 1500 con Andrea Valdina, che ne accentua la sua struttura di austera fortezza: cunicoli sotterranei, strette finestre, pochissimi accessi lo rendono adatto alla difesa dalle incursioni saracene molto frequenti in quel periodo.
Nella seconda metà del 1500, ai tempi di Andrea II Valdina, iniziano i primi mutamenti del castello da fortezza a palazzo, infatti si devono a lui le grandi finestre ed il balcone sulla facciata principale.
E' della fine del 1500 la costruzione dell'ala più recente del castello, ad opera del più illustre dei Valdina, Pietro. Un vero e proprio palazzo nobiliare, simbolo della potenza e dell'agiatezza della famiglia in quegli anni che ne commissionò i lavori molto probabilmente al famoso architetto fiorentino Camillo Camilliani.
Nel 1700 il castello diventa Villa e si arricchisce di quadri e opere d'arte andate perdute in seguito alla dispersione dei beni familiari successivi alla estinzione del ramo principale della famiglia. Segue un lungo periodo di decadenza del castello, associato alla decadenza di Messina e di tutti i territori circostanti e il castello viene utilizzato anche come carcere oltre che come residenza della famiglia Nastasi de Spucches che lo eredita.
Nel 1908 il violento terremoto di Messina causa il crollo dell'ala sud-est del castello e il successivo restauro ad opera dei proprietari ne altera l'originaria struttura nonchè la planimetria. Anche la parte cinquecentesca e quella più antica diventano sempre più pericolanti.
E' della seconda metà del '900 l'ultima opera di restauro: Vittorio Nastasi, nella migliore tradizione dei suoi avi, ne restaura la parte centrale e provvede a sistemare le strutture pericolanti, ponendo cosi almeno un parziale riparo alla decadenza di questa antica e storica costruzione.
Il castello dei nostri giorni non è più una fortezza, non è un carcere e nemmeno una residenza fissa ma rimane una interessante testimonianza del patrimonio storico e artistico della Sicilia.