Una gigantesca rupe calcarea, alta circa 80 metri e completamente isolata dai rilievi circostanti costituisce il possente basamento naturale del castello di Mussomeli, una tranquilla e solare cittadina in provincia di Caltanissetta, fondata nella seconda metà del XIV secolo da Manfredi III di Chiaramonte.
Oggi il castello di Mussomeli è di proprietà pubblica, dopo essere stato dei Chiaramonte, del demanio, e quindi assegnato a Raimondo Moncada. In seguito fù dei conti di Prades e da questi venduto a Giovanni Castellar. Ritornato di nuovo al demanio fu riacquistato dal Parapertusa quindi ceduto a Pietro Campo e nel 1549 acquistato da Cesare Lanza, signore di Trabia con il quale Mussomeli viene elevata al ruolo di contea.
Il Maniero si erge in modo insolito a circa due chilometri dall'abitato, e sembra rappresentare un vero e proprio " nido d'aquila fuso nella rupe", secondo la perfetta descrizione fatta dal Solinas, presidio militare autonomo, piuttosto che a difesa dell'abitato sorto quasi contemporaneamente al castello.
Ancora oggi occupa una posizione strategica dalla quale domina il territorio circostante e malgrado sorga sui resti di una fortezza araba, la sua architettura è nuovissima anche per il periodo storico nel quale è stato edificato.
Le opere murarie ricalcano lo stile militare dell'epoca ma introducono una originalissima fusione della struttura con la roccia.
La facciata esterna del Castello, ricca di decorazioni, presenta un portale e delle finestre di puro stile gotico con archi e merli, che svettano verso il cielo.
All'interno delle sue mura ospita una Cappella caratterizzata da un elegante portale in pietra, ogivale, analogo a quello che immette nella "Sala dei Baroni".
Le stanze interne sono arricchite da colonne e fregi vari con affreschi dai vivaci colori, che raffigurano soggetti sacri o scene cavalleresche.
Particolare interesse rivestono la "Sala dei Baroni", con portali dal pregevole stile chiaramontano e la "Camara di li tri Donni".
Castello di MussomeliQueste stanze sono particolarmente interessanti dal punto di vista esoterico poiché la leggenda vuole che qui nel corso dei secoli siano accaduti dei fatti alquanto misteriosi. Molti visitatori affermano di aver percepito strani rumori, fruscio di vesti di seta, clangore di armi e strani sospiri da far pensare di essere attorniati da strane presenze.
I sotterranei, dove si narra siano stati custoditi meravigliosi tesori, sono anche loro al centro di avvenimenti paranormali di grande entità.
Il Castello di Mussomeli è stato da sempre un punto di riferimento per tutti coloro che si sono interessati ai fenomeni dell'occulto, essendo stato, infatti, al centro di numerosi avvenimenti tragici, basti pensare alla strana vicenda accaduta nella Stanza di li tri donni, dove sembra che tre donne, vittime di un conflitto di gelosia, vennero murate vive proprio nelle pareti della stanza in questione, o la tragica vicenda che ha avuto come protagonista Laura Lanza, Baronessa di Carini, figlia di Cesare Lanza.
Questi, Cesare Lanza, nel 1500, era l'unico proprietario del Maniero e lo abitava con la propria famiglia, la storia dice che Cesare Lanza, venuto a conoscenza che la propria figlia Laura, coniugata con il Barone Carini, aveva mantenuto dei rapporti extraconiugali con un giovane cavaliere, per difendere l'onore del Casato, si recò presso il Castello di Carini, dove dimorava Laura e cogliendola sul fatto, decise di assassinare la propria figlia, strangolandola.
Avvenuto l'infame delitto, Cesare Lanza, divorato dai rimorsi, decise di rifugiarsi nel Castello di Mussomeli per espiare.
Triste destino quello che fu riservato a Donna Laura di Carini!, andata sposa a soli 14 anni, per volere del padre, al Barone Carini che, tutto preso dagli affari legati alla sua proprietà, si disinteressò bene presto della giovane moglie, lasciandola spesso sola e triste nell'antico maniero che la ospitava.
Laura aveva un amico d'infanzia, Ludovico Vernagallo, con il quale soleva passare molto del suo tempo e ben presto molti cominciarono a pensare che ne fosse divenuta l'amante... da qui il tragico epilogo della sua vita.
Ancora oggi, sembra, che lo Spirito di questa infelice donna vaghi per il Castello di Musomelli alla ricerca del padre che l'avrebbe uccisa ingiustamente.
Alcuni testimoni affermano che la sua materializzazione è quasi perfetta, tanto che potrebbe esere confusa per una donna realmente vivente.
Laura indosserebbe degli abiti del 500, un'ampia gonna di seta, un corpetto sul quale avvolge uno scialle finemente lavorato.
Molti studiosi si sono interessati all'argomento ed hanno riportato alla luce dei documenti dell'epoca dai quali risulta che il Vicerè di Sicilia informa la Corte di Spagna che il Conte Cesare Lanza ha ucciso la figlia Laura e Ludovico Varnagallo.
Tale documento, redatto il 4 dicembre 1563, è conservato nell'Archivio della Chiesa Madre di Carini.
Non esiste, tuttavia, nessuna prova che tra Laura Lanza e Ludovico Varnagallo ci fosse un sentimento diverso da quello dell'amicizia.
Esiste anche un Memoriale presentato, a sua discolpa, da Cesare Lanza al Re di Spagna che così recita:
Sacra Catholica Real Maestà,
Don Cesare Lanza, conte di Mussomeli, fa intendere a Vostra Maestà come essendo andato al Castello di Carini a videre labaronessa di Carini, sua figlia, come era suo costume, trovò il barone di Carini, suo genero, molto alterato perché avia trovato il mismo istante nella sua camera Ludovico Vernagallo suo innamorato con detta baronessa, onde detto esponente mosso da juxsto sdegno in compagnia di detto barone andorno e trovorno detti baronessa et suo amante nella ditta camera serrati insieme et cussì subito in quello stanti furono ambodoi ammazzati.
Don Cesare Lanza conte di Mussomeli
Il conte non pagò mai per l'orrendo delitto mentre il Barone di Carini, il 4 maggio del 1565, convola a nuove nozze con Ninfa Ruiz.
Nessuno ancora oggi riesce a spiegare il motivo di tanta crudeltà verso una donna che, anche gli storici dell'epoca, hanno sempre definito " di fascino e di grandi virtù"!
Ludovico Vernagallo, inoltre, era da sempre amico di Laura e considerato anche dal conte Lanza come uno della famiglia!
Visitando il Castello di Mussomeli non si può evitare di pensare alla Baronessa di Carini ed alla sua tragica ed eterna ricerca per conoscere, finalmente, dal proprio genitore il motivo di tanta crudeltà!