Il palazzo Battaglia situato a Ragusa Ibla accanto alla chiesa della SS. Annunziata, si distingue per il suo aspetto monumentale e per la raffinatezza delle soluzioni architettoniche e decorative che fanno pensare alla mano di un abile architetto, forse il Gagliardi.
La ricostruzione fu iniziata nel 1724, per iniziativa di don Grandonio Battaglia, barone di Torrevecchia, che incarico' dell'opera il capomastro Giuseppe Recupero di Acireale. Dopo tre anni di lavori la costruzione si avviava verso completamento ed il proprietario incaricava il capomastro ragusano Carmelo Cultraro ed il figlio Desiderio di "farci l'Affacciata del suo palazzo secondo il disegno di Rosario Gagliardi di Siracusa".
Qualche decennio dopo, nel 1748 il palazzo veniva ampliato con l'aggiunta dell'ala nord che prospetta su via Chiaramonte, per iniziativa del barone Giovanni Paolo Battaglia, e l'opera dei capomastri ragusani Silvestro Di Natale e Vincenzo Sbezzi.
La facciata principale, rivolta verso la chiesa della SS. Annunziata, e' costituita da un pianterreno ed un primo piano separati da una semplice fascia in pietra; nel pianterreno si apre il maestoso portale d'ingresso, affiancato da due finestroni dello stesso stile, mentre nel sovrastante piano nobile troviamo tre balconi dalle sobrie cornici; quello centrale e' sormontato dal grande scudo araldico con gli stemmi affiancati delle famiglie Battaglia e Giampiccolo.
La seconda facciata prospettante su via Chiaramonte all'ala aggiunta nel 1748, e' caratterizzata da un grande balcone a tribuna raccordato con il sottostante portone d'ingresso da un'originalissima modanatura portante al centro una finestra ovale.
Osservando la facciata principale si evidenzia una certa distanza stilistica tra le forme pesanti manieristiche del portone d'ingresso e dei due finestroni del pianterreno e quelle piu' agili e delicate dei tre balconi del primo piano, per cui si possono ipotizzare interventi progettuali diversi confermati dalla successione delle fasi costruttive.
Il pianterreno si deve attribuire al capomastro Giuseppe Recupero, la cui provenienza da Acireale spiegherebbe la presenza del bugnato nel grande portale d'ingresso, una caratteristica tipica delle fabbriche barocche della zona Etnea.
Il primo piano sarebbe invece opera dei capomastri Cultraro quali esecutori del progetto di Rosario Gagliardi, attribuzione supportata oltre che da riscontri documentari, dal confronto con le forme e lo stile di altre opere progettate dall'architetto netino. La facciata a nord, infine, l'ultima ad essere realizzata, sarebbe opera di Di Natale e Sbezzi, i quali hanno fornito prova di grande abilita' nell'integrarla nel contesto del fabbricato gia' esistente e nel caratterizzarla, nello stesso tempo, con un originalita' che non ha riscontro negli altri palazzi della citta'.