E’ Ruggero D’Altavilla che costruì il maestoso castello sulla rupe lavica di
Paternò ed è sempre lo stesso Ruggero che fece costruire a scopo difensivo i castelli di Adrano, Motta, Troina, Nicosia e in tanti altri comuni dell’isola. Secondo le affermazioni del coevo monaco benedettino Goffredo Malaterra, il castello di
Paternò sorge su alcuni resti di una costruzione araba fatta costruire dall’emirato musulmano dell’epoca a scopo difensivo. Questo monaco era sempre al seguito dell’Altavilla con il compito non solo di raccoglierne e divulgare le gesta, ma anche perché Ruggero notò l’esigenza di contrapporre all’elemento arabo ormai presente, la cultura cristiana. Egli vedeva di buon animo il nascere di comunità religiose per riaffermare il culto cristiano.In un mondo in cui infuriavano guerre e disordini, violenze e corruzione, il monastero benedettino sviluppava un nuovo modello di società, dove al posto del concetto della proprietà privata e del privilegio subentrava la cristiana solidarietà fraterna. A
Paternò diversi erano i monasteri ( S. Leone, S. Vito, S. Nicolò, L’Alena).
Col tempo il castello normanno non ebbe solo motivi bellici ma anche amministrativi e residenziali. Molti i personaggi storici che lo hanno abitato il più famoso è Federico II di Svevia che vi soggiorno nel 1221 e nel 1223. Il castello fu poi abitazione della regina Eleonora D’Aragona alla morte di Federico II D’Aragona avvenuta nel 1337. Divenne in seguito dimora della regina Bianca di Navarra che nel 1405 dall’alto del castello normanno promulgava le “Consuetudini della comunità di
Paternò”. Il castello infine passò poi alla famiglia Moncada, dinastia che governò la città per quattro secoli e che lo adibì, per periodi, a pubbliche carceri. Alcuni graffiti ne sono la triste testimonianza. Attualmente è sotto la tutela della Regione Sicilia nella speranza di trasformarlo in sede di civico museo.La cappella del castello, alla sinistra appena si entra, è ricca di resti cromatici risalenti al 1200 e raffiguranti l’Annunciazione, una natività e un Cristo solenne oltre a vari medaglioni di santi