Originariamente gotica (nasce nel 1340 come ampliamento di una cappella), è stata molto rimaneggiata nei secoli.A testimonianza dello stile originario restano però l'elegante portale d'ingresso con una ricca decorazione a fiori, foglie d'acanto, palmette,e la torre campanaria, celata da un'ingabbiatura che permette solo di indovinare le eleganti bifore e trifore racchiuse da elaborati archi ogivali che arricchiscono il secondo livello, Il fianco sinistro si affaccia su piazza Garibaldi con un portico ad arcate ogivali,anch'esso del periodo gotico. Spostandosi verso la zona absidale. si possono vedere, incisi, i pesi e le misure campione.L'interno è frutto di numerosi rimaneggiamenti, non ultimo la volta, finita nel XIX sec. e coronata, nella cupola, da una singolare statua di S. Nicolò che "pende" dal soffitto. E' opera secentesca di Giovan Battista Li Volsi che, con il figlio Stefano, realizza anche il coro in noce (1622),finemente intagliato a racemi e putti. I primi stalli sono ornati da quattro scene che riproducono l'Ingresso di Gesù a Gerusalemme (1° a sinistra) fronteggiato dall'Incoronazione della Vergine (si noti, in basso, la raffigurazione di Nicosia prima della frana del 1757 che colpì in particolare la parte alta della città), il Martirio di S. Bartolomeo(2° a sinistra)con, di fronte, il Miracolo di S. Nicolò.La copertura della chiesa cela però un segreto: oltre la volta si estende un soffitto ligneo a capriate,interamente dipinto e risalente al XIV-XV sec. purtroppo non più accessibile al pubblico, ma fruibile attraverso una visita virtuale organizzata nel Centro Civico in Palazzo Nicosia(di fronte al Municipio). Nella controfacciata si trova un organo di Raffaele della Valle con la custodia lignea di Stefano Li Volsi. La chiesa conserva opere di scuola gaginesca (il fonte battesimale e il pulpito), il gruppo statuario dei Cristo in gloria tra la Vergine ed il Battista attribuito ad Antonello Gagini(2° cappella a sinistra),e nella sala capitolare, tre belle tele secentesche: la Vergine col bambino tra il Battista e S.Rosalia di Pietro Novelli, il San Bartolomeo di Giuseppe de Ribera, detto lo Spagnoletto, di un realismo che si concretizza nelle figure dello scultore e delle persone alle sue spalle, ed il Martirio di S.Sebastiano di Salvator Rosa.