Si estende in tre fertili vallate, ciascuna delle quali è costellata da numerose e piccole borgate sorte lungo le vie maestre. Deve il suo nome al generale bizantino Giorgio Maniace che, in quei territori, riportò una importante vittoria sugli arabi nel 1040. Il territorio è menzionato già durante la dominazione araba col nome di Ghìran ad Daquiq. Il geografo arabo Idrisi, vissuto alla corte di Ruggero II, descrisse Maniace come "un villaggio in pianura ben popolato, ricco di mercanti, territorio fertile ed abbondante in ogni cosa". Dagli storici viene annoverata tra le "città lombarde" per aver accolto, in epoca normanna, una colonia proveniente dal Monferrato al seguito della contessa Adelasia, moglie di Ruggero I. Durante il periodo normanno, subì le vessazioni del dominio svevo, conobbe le scorribande dei soldati angioini e quindi la dominazione aragonese, dal termine della quale si hanno poche notizie sul luogo. Pare che dal 1412, per quasi quattro secoli, rimase disabitato. Nel 1799 il territorio fu donato da Re Ferdinando IV all'ammiraglio Orazio Nelson e Maniace iniziò pian piano a ripopolarsi. Maniace dipese amministrativamente da Bronte e solo nel 1981 ha raggiunto la sua autonomia.