Il Palazzo del Principe Naselli di mole rettangolare con 4 logge ai suoi angoli si erge maestoso e domina tutto il tessuto urbano che a vari dislivelli occupa i pendii orientali del Monte Belvedere.
Venne costruito agli inizi del '700 e fu arricchito con magnifici affreschi e una ricca pinacoteca che comprendeva due dipinti di Guido Reni, "Il Ratto di Proserpina" e il "Ratto d'Europa". Ma i quadri e la maggior parte degli affreschi andarono perduti nel corso del secolo scorso per incuria dei suoi proprietari che nel 1875 restaurarono il Palazzo distruggendo molte delle pitture.
Già nel 1911 G. Di Marzio, venuto a visitare Aragona, ammetteva amaramente la scomparsa degli affreschi. "Recatomi io sul luogo, egli scrive, alla fine di Gennaio del corrente anno mi è toccato subirvi la più amara delusione non trovatovi che una minima parte di si gran copia di dipinti, scomparsone tutto il resto per ignoranza ed ignaria del tempo. Vi ho saputo, che, minacciando crollare la vonta dipinta del gran salone del passato secolo XIX il principe Baldassare Naselli Morso, anzichè ripararlo, ne affrettò il crollo ed indi se ne servì del legname in sostegno di una zolfara pericolante".
L'incarico di affrescare le volte delle sale del palazzo fu dato al Borremans da Baldassare Naselli Branciforti, che aveva assunto il principato nel 1711. Furono affrescate le volte di molte sale e specialmente del gran salone del palazzo, le logge e la cappella con una grande varietà di soggetti sacri e profani e con una grande profusione di ornati. Ancora agli inizi del secolo si vedevano sopra due porte principali, due medaglioni dipinti con belle mezze figure del Redentore e della Vergine, e alla sommità delle pareti alcune storie del Vecchio e del Nuovo Testamento.
Esistevano ancora nel 1880 le storie del Giudizio di Salomone, di Rebecca al Pozzo, di Mosè con le Tavole e della Samaritana. Tutto fu manomesso quando furono rifatti la volta e il salone.
Nei nostri giorni il Palazzo è stato occupato per metà dal Municipio, dove trova sede la Biblioteca comunale e per l'altra metà dalle Suore di Carità e dall'orfanotrofio Femminile. In questa seconda parte, si conservano ancora solamente gli affreschi di una loggia, deteriorati dai fenomeni atmosferici, rappresentanti la vittoria trionfante su un carro, e quelli, in buono stato di conservazione, della volta di un ampio salone, raffiguranti, al centro, in un rosone, la Gloria con al capo una corona turrita nell'atto di alzare con la mano destra una corona d'alloro e con la sinistra un nastro con la scritta del motto della famiglia Naselli. " Non sine certamine".
Il sacerdote Luigi Burgio Naselli, discendente dei fondatori di Aragona, con atto del 18 dicembre 1887 fondò il Pio Istituto Orfanotrofio Femminile Principe Aragona e alla sua morte gli lasciò in dote tutto il Palazzo con testamento fatto il 28 settembre 1889.
La direzione e la gestione della fondazione fin dal suo nascere venne affidata alle Figlie di Carità di San Vincenzo Di Paoli per "ricoverare, alimentare, vestire, educare ed istruire le orfanelle povere della città di Aragona".
Qualche anno dopo la fondazione dell'Opera Pia metà del Palazzo venne prima dato in affitto e poi venduto per una somma pari a Lire 200.000 al Comune di Aragona. Ancora oggi il Palazzo è occupato per metà dall'orfanotrofio e per metà dalla Biblioteca comunale.