Il giardino della Kolymbetra si estende per cinque ettari tra il tempio dei Dioscuri e il tempio di Vulcano.
Bene storico, naturalistico e paesaggistico di grandissimo rilievo, il giardino della Kolymbetra, piccola valle situata nel cuore della Valle dei Templi di Agrigento. Autentico gioiello archeologico e agricolo della Valle dei Templi, tornato alla luce dopo decenni di abbandono, è un giardino straordinario per la magnificenza della natura che qui trova la massima espressione della sua generosità e per la ricchezza dei reperti archeologici che ancora vengono alla luce.
Già il poeta Pindaro cantò Agrigento amica del fasto, grazie alla magnificenza della sua Valle dei Templi, centro archeologico di eccezionale interesse, uno dei luoghi più coinvolgenti ed emozionanti di tutta la Sicilia. Il tempio di Zeus, il tempio dei Dioscuri, il santuario delle divinità Ctonie... Nel vallone sottostante, racchiuso tra due alte pareti di calcarenite, doveva esserci la kolymbetra. La zona si estende per circa cinque ettari fra, appunto, il tempio di Castore e Polluce e il Tempio di Vulcano: luogo di rilevante valore storico, archeologico, geologico, botanico, agrario, che costituisce uno dei più interessanti elementi del paesaggio storico agrigentino. Denominata dagli antichi Greci Piscina degli Dei, ricopre in effetti quella che un tempo si riteneva fosse la superficie di una mitica piscina. Anche nel I secolo a.C., Diodoro Siculo ne parla come di “una grande vasca - vivaio di ricercata flora e abbondante fauna acquatica”, con cigni, papere e uccelli rari, nella quale si gettavano le acque di una serie di acquedotti. Tra essi i cosiddetti ipogei, condotti sotterranei che, ancora oggi, congiungono la collina alla Valle dei Templi e che, probabilmente, costituivano il sistema delle acque dell’antica Akragas. Questo favoloso giardino era il luogo di villeggiatura dei tiranni akragantini nel V secolo a.C., che qui potevano fare il bagno e riposarsi dopo le fatiche delle guerre, tra le essenze degli ulivi. Ma Kolymbetra era luogo d’incontro per tutti gli abitanti dell’antica Akragas: vi si ritrovavano, infatti, le donne per lavare i panni e chiunque volesse rinfrescarsi tra le acque limpide della piscina. Nel periodo di massimo fulgore, la piscina aveva un perimetro di circa sette stadi e una profondità di venti braccia, corrispondenti a 1300 metri di lunghezza per 9 di profondità. La vasca, dopo poco più di un secolo, sempre secondo i racconti di Diodoro Siculo, fu interrata, poi trasformata in orto e per secoli fu un rigoglioso giardino, ricco di agrumi, cedri, gelsi, melograni, fichi d’india. Fino a quando venne a mancare anche l’acqua e cadde in abbandono. Da quasi 50 anni divenuta zona off-limits, era una spina nel fianco di tutti coloro che consideravano questo luogo magico, unico lembo di paesaggio intatto all’interno della Valle dei Templi.
La Kolymbetra torna quindi ad essere il vero “giardino” della Valle dei Templi, tra agrumi ricchi e profumati, panchine in legno, sentieri che seguono il corso del ruscelletto, gli stessi odori di zagara assaporati dagli akragantini di 2500 anni fa. Un luogo di piacevole sosta dopo le fatiche e le emozioni della visita al parco archeologico ove, all’ombra di un arancio o di un mandorlo o al suono delle acque sorgive, vivere qualche ora immersi in un’atmosfera forgiata ad arte da un meraviglioso connubio: quello tra l’Uomo e la Natura.