Palazzo Caro-Cannarozzi-Dominici. Prospetta sul corso Vittorio Emanuele, di fronte la via Frangipane e confina con la via Adamo a sud e Cannarozzi a nord all'interno delle quali in origine si sviluppava in profondità con stalle, magazzini, cantine ed un lussureggiante giardino. La tradizione vuole sia in origine appartenuto alla ricca famiglia baronale dei Caro, signori del feudo e castello di Montechiaro e del principato di Lampedusa. Come si sa una ricca discendente di questa famiglia, donna Francesca, erede dei titoli e dei feudi, sposò Mario Tomasi, già vedovo, giunto a Licata con l'incarico di capitano d'armi a guerra. Da questo matrimonio ebbe origine la schiatta dei Gattopardo, la fondazione della terra di Palma e quindi la nascita del duca Santo e di San Giuseppe Maria Tomasi e Caro, cardinale teatino, compatrono di Licata, che fu battezzato in casa a Licata, forse in questo palazzo. Dai Caro passò ai Cannarozzi e fu abitato dallo studioso e storico di antichità classiche Giuseppe Cannarozzi, autore di un testo di archeologia su Licata. Da questa famiglia passò ai Dominaci che lo ristrutturarono completamente nella seconda metà dell'ottocento. A loro appartiene lo stemma con corona di cavaliere posto sulla trabeazione in linea con il portone principale. Suggestivo è il cortile, ma risenta delle varie modificazioni subite dall'intero palazzo.