Fino al 1296 circa era compreso nel grande feudo di Calatabiano. I primi dati a nostra disposizione risalgono al 1592, quando il signore di Fiumefreddo, Don Giovanni Pietro Cottone, vende il feudo ai nobili Gravina. Nel 1600 cominciano a sorgere, nell'odierna contrada Castello, delle abitazioni che formano un piccolo nucleo, preludio del futuro comune. Dopo quasi un secolo, il feudo, passato nel frattempo ad altre nobili famiglie, ritorna ai Gravina. Infatti il nobile Federico Francesco, discendente di Girolamo Gravina, Principe di Palagonia, riesce ad avere il feudo di Fiumefreddo, e nel 1726 ne ottiene l'investitura, diventando, oltre a Principe di Palagonia e barone di Calatabiano, anche barone di Fiumefreddo. Nella seconda metà del '700, lungo quella che oggi è la strada statale che congiunge le due città di Catania e Messina, sorgono alcune case e botteghe gestite nell'interesse del Principe di Palagonia. Il nuovo gruppo di abitazioni viene quindi chiamato Putieddi (Botteghelle) e intorno ad esso si svilupperà il nucleo che tutt'ora è il cuore del paese. Nel 1798, la popolazione di tutto il feudo è costituita da 500 abitanti, si pensa quindi di chiedere l'elezione a comune; il che avviene con decreto reale nel 1801 con il nome di Fiumefreddo. Nel 1813, con l'abolizione del vassallaggio, Fiumefreddo si costituisce in comune, senza più alcuna dipendenza, tranne che per i censi da pagare al barone. Da questo momento vediamo un piccolo paese in via di sviluppo. Migliorano le condizioni igienico-sanitarie.Infatti nel 1831 si abolisce la macerazione del lino, che si svolgeva nel luogo detto URNI (o Gurna) nei pressi del Fiumefreddo (l'operazione di macerazione comportava necessariamente la presenza di acqua stagnante dove la corteccia di lino si separa dai fasci fibrosi, Ma la presenza di questi maceratoi naturali era pericolosa per la popolazione, perchè gli stagni erano la causa della malaria che infestava tutto il territorio). Non si hanno specifiche notizie storiche del comune nella prima metà dell'800. I primi moti carbonari si fanno appena sentire. Solo nel 1848, quando Palermo si solleva, i moti investono anche il nostro paese; ma il ritorno dei borboni provoca persecuzioni e arresti. Dal 1860, dopo lo sbarco di Garibaldi a Marsala, le vicende politiche del Comune non si discostano dal resto della Regione.