La Torre del “Salto d’Angiò” o più semplicemente “aTurri”, come viene detta in gergo popolare, si trova a 12 Km da Aragona su un banco di arenaria da cui si domina tutta la vallata del feudo Muxaro e del fiume Platani. È inglobata in un casale costruito alla fine del XVIII sec. ed ha una forma rettangolare; si presenta con tre ordini finestrati: il primo e il terzo con finestre bifore a tutto sesto ed il secondo con monofore a sesto acuto. Questa costruzione, che oggi è inglobata nel casale costruito alla fine del XVIII° secolo dalla famiglia Morreale, è posta nel punto d’ incontro dei feudi: Diesi (territorio di Aragona) ; Cantarela (territorio di Muxaro) ; Muxarello (territorio di Muxaro).Questi ultimi due, un temo, pertinenze del feudo Muxaro. La torre del Salto si affaccia proprio sul territorio del feudo Muxaro e non su quello denominato diesi anche se, attualmente, fa parte del territorio di Aragona. Dalla sua posizione, si potrebbe pensare che la torre potesse appartenere al feudo di Cantarella e in parte al feudo di Muxarello. L’ipotesi è rafforzata dalla presenza di barriere naturali: il fiume a Nord e la crosta rocciosa del Sud che escludono l’appartenenza della torre ai feudi Casteltermini e Diesi. Inoltre, parte delle terre appartenenti alla torre sono attualmente in territorio di cantarella. In ogni caso, il fatto che la torre sia appartenuta al feudo di Cantarella o a quello di Muxarello non ha alcuna importanza, dato che, entrambi nei secoli XIII e XIV formavano un’unico feudo.Si parla del feudo di Muxaro a proposito di un donativo del vescovo Ursone di un castello (castello di “Minsiar” e del casale di Muxaro) con tutti i loro territori, nell’Aprile del 1200 sotto la corona di Federico II°.
Nel 1240 Federico II , dopo la morte del vescovo Ursone, ordina ai canonici agrigentini di dargli un successore nella persona di Raimondo D’aquaviva. Nel 1305 sotto il pieno dominio Angiono, Bertoddo, “vescovo di Girgenti” dispone sia fatta inquisitio intorno al Massario. Sempre nel 1305 Francesco da Todi, beneficiato del Massario con il consenso del vescovo Bertoddo, non potendo sostenere spese di quel luogo, lo dà in cambio al magnifico Giovanni di Chiaramonte, che dona in cambio il castello di Morgidiar ed altri beni. Il Manco, nel “mobiliare di Sicilia”, parla di una famiglia Chiaramonte di origine normanna, la quale si dice aver avuto, fra tanti possedimenti, il feudo di Muxaro. Su tale libro si parla di Manfredi di Chiaramonte che sotto gli Angioini riuscì a mettere insieme un’ingente patrimonio tra i quali il suddetto feudo di Muxaro. Manfredi III morì nel 1391, lasciando in eredità le sue sostanze alla figlia.Il manco sostiene, inoltre che tutti i beni di Manfredi di Chiaramonte passarono ad Andrea Chiaramonte il quale si batté tenacemente contro l’invasione della Sicilia da parte del Re Martino, organizzando la resistenza nelle zone di Castrofilippo. Andrea Chiaramonte fu fatto prigioniero co l’inganno e venne decapitato nell’anno 1392 di fronte allo Steri di Palermo. Questo avvenimento segnò la fine di Chiaramonte in Sicilia.Tutti i beni della famiglia furono confiscati dalla corona. Lo stesso re Martino e la regina Maria concessero il feudo a Filippo de Merino, a lui successe il figli Ruggiero. Dal 1750, parte dei feudi di muxarello e Cantarella sono stati proprietà della famiglia Morreale. Don Biagio Morreale comprò la baronia di maccalube nel 1764 dal principe di Aragona: Baldassare Naselli .Dopo la morte di Don Biagio Morreale, il figli Giuseppe I ereditò i beni compresa la torre “normanna” sita nel feudo Salto D’angiò.
Giuseppe I non ebbe figli ed adottò Antonio Morreale figlio del fratello Carmelo. Intorno al 1848 ereditò la suddetta proprietà il figlio di Antonio (Morreale Giuseppe II) il quale sistemò la torre ed edificò parti nuove aggiuntive alla struttura preesistente. Ebbe tre figli: Antonio, Carmella e Stella.Contro il volere del padre, la figlia Carmela dopo una rocambolesca fuga dalla torre, sposo Don Lucio Papia. Antonio ereditò il titolo ed un terzo del feudo del Salto; oggi il suo erede è il notaio Giuseppe Morreale. Stella, sposo Salvatore Palmeri, Marchese di Villalba, il quale ereditò l’altro terzo delle terre e la torre che, dopo la sua morte, passarono al figlio Giuseppe Palmeri. Quest’ultimo sposò la baronessa Scalfari di Vittoria, la quale ebbe due figli: Maria e Salvatore. Quest’ultimo è l’attuale proprietario della torre e delle terre attorno.