La Tonnara di Capo Passero costituisce uno splendido monumento di archeologia industriale. La loggia e lo stabilimento per la lavorazione del tonno, la grande fornace, i magazzini delle botti o del sale, la chiesa del XVII secolo: qui giungevano i tonni che, prima macellati e poi lavorati, hanno costituito nel corso dei secoli una importantissima risorsa economica per tutta la popolazione del luogo.
Quando la tonnara era ancora in attività, già ai primi giorni del mese di marzo iniziavano i lavori di manutenzione delle grandi imbarcazioni di quercia, lunghe quasi venti metri, che, custodite in grandi magazzini durante il periodo invernale, venivano ora tirate fuori per "l'impeciatura" delle chiglie.
Venivano inoltre controllate, accuratamente revisionate e, nel caso ci fosse stato bisogno, riparate, con la maestrìa di esperte mani, le pesanti reti. Le grandi ancore, piazzate opportunamente sul fondo, formavano una sorta di passaggio obbligatorio per condurre i tonni nella "camera della morte", ultima loro destinazione prima del destino finale che li avrebbe attesi. Alla fine della mattanza si tornava a riva per scaricare tutto il pescato: i tonni, trasportati con dei carrelli, venivano condotti in una grande sala per essere sventrati e puliti. Poi si passava alla bollitura, in forni adatti, e, infine, alla conservazione con olio d'oliva.