Il Teatro Comunale fu fortemente voluto, nel periodo di maggior prestigio della città, tornata Capoluogo nel 1837 e divenuta Diocesi nel 1844, dall'Intendente Salvatore La Rosa, ma il sito originariamente prescelto, il declivio S. Domenico, era obiettivamente di serio pregiudizio estetico per la città.
I lavori di sbancamento, intrapresi il 14 aprile 1851, vennero sospesi nel giugno seguente per disposizione regia, a seguito degli esposti dei Gesuiti e della marchesa di S. Alfano. Venne poi scelto l'attuale sito (ex casa Salonia, acquistate dal Marchese del Castelluccio) dove i lavori vennero avviati nel novembre 1853, sotto la direzione dell'arch. Francesco Sortino, sostituito, dopo la sua morte, dall'arch. Francesco Cassone.
Il Teatro venne inaugurato, benchè ancora incompleto, il 4 dicembre 1870 e il Consiglio Comunale, in segno di riconoscenza, volle intitolarlo al La Rosa, ancora in vita (2 febbraio 1873): ma dopo la morte di Vittorio Emanuele II (1878) venne intitolato al primo Re d'Italia.
Il teatro assolse a una funzione di notevole rilievo culturale fin verso il 1915, poi decadde e fu oggetto di scarsa cura manutentiva, tanto che dopo la Grande Guerra dovette essere integralmente restaurato, riaprendo il 31 marzo 1923.
Ancora trascurato nei decenni successivi, subì verso il 1958 il crollo della volta. Dagli anni '60 al 1998 è stato di nuovo, più volte, restaurato e, da ultimo, dotato di nuovi arredi e attrezzature, il che ha consentito una nuova inaugurazione nel 1997, con il successivo avvio di regolari stagioni teatrali.
Il Teatro ha attualmente una capacità di 320 posti a sedere che include tre file di palchi ed una galleria con 80 sedie.
Alla sommità del prospetto è posta una grande statua in pietra calcarea, allegoria della musica, fiancheggiata da due trofei, tutte opere dello scultore Giuliano da Palazzolo su disegni del Cassone.