Centro agricolo sorto, come il vicino
San Vito lo Capo, alla fine del sec. XVIII a seguito delle iniziative borboniche di censuazione e assegnazione delle terre incolte. L'impianto ortogonale dell'insediamento si sviluppa attorno al preesistente
santuario della Madonna, importante luogo di culto, frequentato già dal sec. XIV e meta di pellegrinaggi e di folcloriche processioni: dotato di alloggi e fortificato nel 1575 custodisce all'interno una tavola del '500 (attribuita a fra' Ludovico Zichichi, ericino), entro ricca ancona marmorea. L'economia del centro è oggi legata all'attività di estrazione e lavorazione del marmo, in particolare il botticino, prelevato dai calcari giurassici che affiorano sui rilievi a oriente e a meridione dell'abitato, dove sorgono numerose cave e segherie.