Storia
All'inizio del XII secolo l'abitato, che era sito sul Monte d'Oro, viene trasferito in quella che sarà l'attuale posizione. Alla sommità del Monte d'Oro permangono i resti del centro arabo-normanno Qal'at as-sirat (Rocca della strada) distrutto dal re normanno Ruggero II. In alcune grotte del monte sono stati recuperati frammenti fittili del VII secolo AC. Nel periodo Normanno, Golisano (Collesano) diventa centro feudale di quel territorio che va dalla Roccella sino all'interno delle Madonie. Collesano è divisa in quattro quartieri storici: Bavarino, San Francesco, San Pietro e Santa Caterina. Idrisi scrive:"rocca sopra un colle scosceso ed elevato poggio, abbonda d'acque ed ha molte terre da seminare, alle quali sovrasta un alto e superbo monte; una volta sorgeavi un castello fortissimo e difendevolissimo [ne' cui dintorni poteano pascolare] pecore e buoi; ma il ridottato re Ruggiero ha fatto diroccare il castello e tramutar l'abitato nel sito dove è oggi". Originariamente concessa a Rainolfo, nipote del conte Ruggero, si ribelló e venne distrutta e poi ricostruita nel sito attuale. Fu concessa ad Adelicia. Nel Secolo XIII fu concessa alla famiglia Siracusa, un'antica famiglia feudataria spagnola venuta in Sicilia nel 1283 a seguito della guerra del Vespro. Dopo il matrimonio di Bernardo Siracusa, signore di Collesano con Hilaria Ventimiglia, figlia del primo conte di Geraci, Collesano venne incorporata nel territorio della contea e divenne centro del potere dei Ventimiglia sulle Madonie.Dopo la ribellione dei Ventimiglia tornó per poco tempo in potere della famiglia Siracusa, imparentata coi Ventimiglia, a cui fu in seguito restituita. Vi si avvicendarono per breve tempo anche i Palizzi per poi passare a seguito della politica matrimoniale alla famiglia Centelles.
Feudatari di Collesano
* Adelicia di Montecaveoso (1140)
* Paolo Cicala (1203-05)
* Andrea Cicala (ante 1245)
* Jean de Bullas (1270)
* Francesco Syracusia (1327)
* Berardo Syracusia (1334)
* Francesco I Ventimiglia (1337)
* Damiano I Palizzi (dopo 1337)
* Giovanni Aragona
* Giovanni Lombardo (1344)
* Pietro Syracusia (1346)
* Francesco II Ventimiglia
* Antonio Ventimiglia (1388)
Monumenti
Castello medievale
Il castello, d'impianto normanno, ha subito parecchie significative trasformazioni. Esso è via via appartenuto alla famiglia Siracusa e ai vari conti di Collesano. I Cicala, i Ventimiglia, i Cardona, i Centelles, gli Aragona, i Moncada e i Ferrantina sono alcune delle grandi famiglie feudali che si sono succedute nel suo possesso. Il castello, in seguito al terremoto dell'11 gennaio 1693, è diventato inagibile. Dei ruderi e delle pertinenze è previsto il recupero per uso pubblico. Intorno ad esso era sorto il primo quartiere di Collesano: Bavarino.
Palazzo municipale
È stato convento domenicano fino al 1869. Edificato, col concorso del comune, per iniziativa della contessa Susanna Gonzaga, intorno alla metà del '500, l'edificio si arricchisce di una seconda elevazione nel 1769.
Chiesa dell'Annunziata Nuova (o del Rosario)
In origine la chiesa fu affidata ai Domenicani dell'annesso convento, si presenta ad una navata. Custodisce tele del '600, un gruppo marmoreo cinquecentesco e un interessante sarcofago del 1402 con le spoglie di alcuni conti collesanesi, quali Antonio Ventimiglia, la moglie Elvira Moncada, la figlia Costanza e Pietro Cardona.
Chiesa Matrice (Basilica di San Pietro)
Edificata tra la fine del '400 e gli inizi del '500, è stata consacrata nel 1548. D'impianto basilicale con la presenza di un'interessante scalinata d'accesso, è stata modificata in modo profondo nel prospetto all'inizio del '900. Conserva numerose tele e tavole del '500 e del '600, uno splendido ciclo di affreschi con storie dei Santi Pietro e Paolo dello Zoppo di Ganci (1624) e un Crocifisso sostenuto, nella navata centrale, da un apparato ligneo di rara suggestione (1555). Di notevole rilievo ancora l'organo di Antonino La Valle (1627), il coro ligneo cinquecentesco e un grandioso tabernacolo della fine del Quattrocento attribuito al Gagini.
Chiesa del Collegio (o da san Sebastiano e Fabiano)
Conserva un Cristo morto nell'urna, la statua del santo titolare e varie tele del '600 e del '700. (G. Testa). In una di esse, quella denominata della "Sacra Famiglia", è raffigurato l'abitato di Collesano alla fine del '600.
Chiesa di Santa Maria la Vecchia
Localizzata nel piano del castello, risale al 1140. Dedicata all'Assunta, è stata Matrice di Collesano fino al 1543. È stata profondamente modificata nella struttura. Presenta un impianto a tre navate con un presbiterio decorato da un ciclo di stucchi e affreschi con storie della Vergine Assunta del pittore collesanese Giacomo Lo Varchi, vissuto nel '600. La chiesa custodisce, inoltre, una pregevole statua lignea policroma dell'Assunta, di ignoto intagliatore madonita della metà del '500, e una Madonna con Bambino di Antonello Gagini.
Chiesa di San Giacomo
Edificata alla fine del Quattrocento, dell'impianto originario conserva il bel portale gotico-catalano. Interessanti sono la statua lignea cinquecentesca di San Giacomo Apostolo e gli affreschi di Giuseppe Salerno (1614). In essa si riunivano i consulenti civici per fissare le mete dei prodotti locali (frumento, mosto, orzo e seta). La fontana "Due cannoli", addossata alla chiesa, fu collocata nel 1877, più in basso rispetto alla piazza.
Chiesa di Santa Maria di Gesù
Edificata nel 1612 per volere del Consiglio Civico e dei conti di Collesano, viene affidata ai Frati Minori Riformati che ne hanno cura. Di semplice impianto, ad una navata, con un bel chiostro nell'annesso ex-convento, conserva un artistico Crocifisso ligneo del 1635, opera documentata di Frate Umile da Petralia, varie tele del Seicento e una Madonna in marmo di Carlo aprile. Il Convento è stato adibito, in seguito alla soppressione degli Ordini Religiosi, a vari usi, quali caserma e carcere. Nel 1887 fu costruito un nuovo Convento
per l'impegno di P. Rosario Barbera. Dal 2004 è Rettore della Chiesa il rev.do fra' Romano B. Fina dell'Ordine dei Frati Minori.
Natura
Il centro abitato di Collesano sorge su un'area collinare posta ai piedi del rilievo carbonatico Poggio Grotta del Signore (897 m s.l.m.) e delimitata da due torrenti, il Mora a nord e il Zubbio ad Occidente, entrambi confluenti a valle nel torrente Roccella.
Il territorio comunale, parte del quale ricade all'interno del Parco delle Madonie, si colloca sul versante nord-occidentale del gruppo montuoso delle Madonie occidentali. I rilievi che circondano il paese e ne caratterizzano il paesaggio con le loro peculiarità, morfologica e vegetazionale, sono: Monte Castellano (1.656 m), monte Cucullo (1.311 m), Pizzo Giammarusa (1.064 m) e infine Monte d'Oro (808 m) che si erge isolato ad ovest del centro abitato.
Diverse sono le fasce di vegetazione, dalle quote più basse a quelle più elevate, con varietà di essenze arboree e arbustive.
Alle quote più basse troviamo il tipico paesaggio agrario di uliveti, vigneti e agrumeti a cui si aggiungono i seminativi.
Oltre i 600 metri s.l.m. è presente la macchia mediterranea che forma in alcuni casi anche il sottobosco dei querceti, costituito a queste quote da roverelle e sughere.
Dai 600 ai 1.000 metri il sughereto viene via via sostituito dai lecceti, nel cui sottobosco troviamo specie di notevole interesse botanico quali felci, rose peonie, orchidee, insieme a ciclamini ed anemoni.
Al di sopra di 1.000 metri la specie arborea predominante è il faggio.
Archeologia
Il sito Archeologico Ambientale di Monte D'oro
Monte D'oro (808 m s. l. m.) sorge nel territorio del comune di Collesano in contrada Croce, a circa un km dall’odierno abitato. Sulla sommità nord di questo rilievo, in una piattaforma a quota 703 m. s.l.m. scoscesa e inaccessibile, si estende per circa un chilometro in linea d’aria un antico abitato medievale, che è visibile ancora per la presenza di numerose rovine (abitazioni, mura di fortificazione, torri di vedetta e una struttura interpretabile come un castello). In questo sito la presenza umana è attestata fin dall’antichità classica, come dimostra il ritrovamento in situ di alcuni reperti (soprattutto ceramici) riferibili ad epoca greco-romana classica, ma un insediamento umano stabile è datato soltanto in età medievale sotto la dominazione musulmana della Sicilia, quando il geografo arabo Al Muqaddasi cita il sito con il nome di Qal’at as-sirat (“rocca sulla retta via”), e lo inserisce tra le città di un certo rilievo nella Sicilia musulmana del X secolo. Monte d’Oro e il sito di Qal’at as-sirat sono citati anche nel noto trattato geografico “Libro di re Ruggero” del geografo arabo-siculo Edrisi, che li descrive come “alto e superbo monte” nel quale vi era un “castello fortissimo e difendevolissimo, ne’ cui dintorni potevano pascolare pecore e buoi; ma re Ruggero ha fatto diroccare il castello e tramutare l’abitato nel sito dov’è oggi”. Nel XII secolo (1130-31) si ha dunque la distruzione e l’abbandono della città che, parzialmente abitata ancora nel XII secolo, verrà del tutto abbandonata nel secolo seguente, e già nel 1181 essa veniva già definita “villa vetus” (città vecchia). In età moderna (XVI-XVIII sec.) l’antico sito abitato sul Monte era conosciuto da alcuni storici siciliani di quell’epoca, che la identificarono erroneamente con le città classiche di Paropo e di Alesa, mentre nel 1972 il sito è stato oggetto di una brevissima campagna di scavi archeologici condotta dalla Soprintendenza ai beni Archeologici della Sicilia occidentale che ha riportato alla luce una buona quantità di reperti, tra i quali ricoprono particolare interesse un denaro databile ad età sveva (XIII sec.), una fibula altomedievale, una lucerna, nonché copiosa ceramica grezza da mensa e da conserva, reperti oggi tutti conservati presso il museo Salinas di Palermo. Oltre alle emergenze architettoniche il sito esprime particolari caratteristiche naturali: dal punto di vista geologico Monte d’Oro è costituito da rocce appartenenti alla Formazione Crisanti, costituita da un alternanza di marne, argilliti silicee, radiolariti, calciruditi, calcareniti e brecce calcaree risedimentate. Strutturalmente il rilievo è caratterizzato da un pacco di di strati inclinati verso Nord-Est e da un sistema di faglie che lo smembrano in blocchi mettendo in evidenza i corpi calcarei risedimentati della Fm. Cristanti tra le rocce argillose del Flysch Numidico. Il calcare mostra i tipici segni dei processi carsici epigei quali doline, solchi, karren e strutture ipogee quali grotte e cavità sotterranee. La vegetazione che oggi resiste ai frequenti incendi è distinguibile in tre categorie: macchie e boschi molto degradati (Quercetalia ilicis); rupi di alta e media quota; coltivi abbandonati (praterie, garighe e arbusteti di media ed alta quota). La fauna presente, oltre ad annoverare la maggior parte dei vertebrati delle Madonie, si distingue per la presenza di uccelli quali la Poiana, il Gheppio, il Grillaio, la Coturnice Siciliana ed il raro Capovaccaio (ultime osservazioni infatti, accertano la presenza di una coppia di questo avvoltoio che stagionalmente frequenta il monte).