E’ una delle zone più belle e incontaminate di
Pantelleria.
Si tratta di un grande e levigato lastrone di roccia lavica che degrada sul mare, circondato da imponenti scogliere a strapiombo, alte fino a 300 metri.
Le recenti ricognizioni archeologiche hanno dimostrato che la zona fosse frequentata dall’uomo già 7000 anni fa per l’estrazione dell’ ossidiana per le numerose vene d’ossidiana.
Inoltre, per chi navigava per il mediterraneo, era (e rimane tuttora) un ottimo punto riparato dalle improvvise tempeste.
Il toponimo, secondo Angelo D’Aietti, deriva da un atto d’arme verificatosi verso la seconda metà del 1700, quando tre galee piratesche tentarono, in una calma notte primaverile, di attraccare per occupare l’isola e per “far de’ schiavi”.
L’attacco fu sventato dalla popolazione e i pirati catturati “restarono in schiavitù”.
Alla Balata dei Turchi, la tradizione vuole che sia sbarcata, dopo un naufragio, l’icona della Madonna della Margana.