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Punti di interesse
Caltagirone - Corte Capitaniale
Caltagirone - Istituto d'Arte per la Ceramica
Caltagirone - Chiesa San Bonaventura
Caltagirone - Chiesa Santa Maria del Monte
Caltagirone - Chiesa San Nicola
Caltagirone - Chiesa Sant'Agata
Caltagirone - Chiesa San Francesco d'Assisi
Caltagirone - Chiesa San Pietro
Caltagirone - Chiesa di San Giacomo
Caltagirone - Chiesa del Gesù
Caltagirone - Chiesa dei Cappuccini
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Caltagirone - Santa Maria del Monte
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Caltagirone - San Bonaventura
Caltagirone - Chiesa del Santissimo Salvatore
Caltagirone - Ex Biblioteca Comunale
Caltagirone - Cattedrale di San Giuliano
Caltagirone - Villa Comunale
Caltagirone - Museo Civico Ex Carcere Borbonico
Caltagirone - Museo della Ceramica
Caltagirone - Palazzo della Magnolie
Caltagirone - Scalinata Santa Maria del Monte
 
Caltagirone - Chiesa dei Cappuccini

Sopravvissuta al terremoto che nel 1693 sconvolse l’area sud-orientale della Sicilia, la Chiesa annessa all’antico convento dell’Ordine francescano dei minori Cappuccini, è dedicata a S. Maria dell’Odigitria, titolo dato dall’Oriente cristiano alla Madonna, che significa "guida del cammino, colei che indica la via”; molto diffuso nell’Italia Meridionale e in Sicilia, presenta il ruolo di Maria nella vita dei fedeli, come di Colei che indica la via della salvezza, Cristo via, verità e vita.
Proprio nell’abside, una grande macchinetta lignea con al centro la tela seicentesca del pittore fiorentino Filippo Paladini, raffigura la Madonna Odigitria secondo l'iconografia occidentale che vede Maria assisa su una cassa portata a spalla da due monaci basiliani, ricordo della crisi iconoclasta che colpì le chiese d’Oriente e vide molti monaci fuggire in Occidente portando con sé casse di icone; ai lati sono rappresentati San Giacomo e san Bartolomeo, di cui la Città custodisce due preziose reliquie. La tela sovrasta il tabernacolo, in legno di noce intarsiato e scolpito anch’esso degli inizi del Seicento.
La Cappella a sinistra della navata, dedicata a tutti i Santi, custodisce le numerose reliquie portate a Caltagirone dal Servo di Dio padre Innocenzo Marcinò. Questi, nato a Caltagirone nel 1589 e morto nel 1655, fu Generale dell'Ordine, visitò i conventi cappuccini sparsi in Europa, ricevendo onori da parte dei principi e regnanti dell’epoca, ammirati dalla sua fama di predicatore e taumaturgo, fece da ambasciatore del Papa presso i reali di Francia. Fu lui a portare da Salerno la reliquia della Beata Lucia da Caltagirone custodita presso la Basilica di San Giacomo e a donare ai fedeli caltagironesi una copia della Sacra Sindone in seta dipinta ricevuta in dono dal Principe Maurizio di Savoia nel 1649. La preziosa copia è visibile all’interno della sacrestia, accanto al sacrario dove è posta la tomba che custodisce le spoglie mortali di padre Innocenzo Marcinò, meta costante di devoti e pellegrini.
Il convento custodisce anche una ricca pinacoteca, sculture, vasi sacri, paramenti e documenti che testimoniano la vita dei Cappuccini. Da alcuni anni un artistico presepe che sintetizza la vita di Cristo dall’Annunciazione alla Risurrezione è oggetto dell’ammirazione di folle di visitatori.
 
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