Occupa interamente l'isola di Ustica e comprende nel suo territorio la Riserva naturale marina Isola di Ustica.
Storia
L'isola è stata popolata fin dal 1500 a.C. dai Fenici. Nell'antica Grecia l'isola fu chiamata Osteodes (ossario), in ricordo dei migliaia di ammutinati Cartaginesi lasciati sull'isola a morire di fame nel IV secolo a.C.. I romani la rinominarono Ustica, dal latino ustum che significa bruciata, a causa delle sue rocce nere.
Nel VI secolo vi si stabilì una comunità Benedettina, ma fu ben presto costretta a spostarsi a causa delle imminenti guerre fra Cristiani ed Arabi. Nel Medioevo fallirono dei tentativi di colonizzare l'isola a causa delle incursioni dei pirati barbareschi, che fecero dell'isola un proprio rifugio.
Solo dal XVIII secolo i Borboni vi insediarono, stavolta in modo stabile, delle famiglie provenienti dalle Eolie e dalla Sicilia con un centinaio di soldati.
Durante il regime fascista e fino al 1950 Ustica fu utilizzata come prigione.
Incidente del volo 870
La località è conosciuta come punto di riferimento della cosiddetta Strage di Ustica che avvenne il 27 giugno 1980, quando il volo Itavia da Bologna a Palermo, precipitò a poca distanza dall'isola; in quell'episodio morirono ottantuno persone tra passeggeri e equipaggio.
Le cause della sciagura non sono mai state accertate. In quel periodo, Francesco Cossiga era Presidente del Consiglio e Jimmy Carter era il capo delle forze armate statunitensi.