Eolie, l'arcipelago dei sapori
Sette sono le perle che formano l'arcipelago delle Eolie, sette piccole isole formate da lava solidificata, sette note diverse e armoniche che creano un complesso affascinante per i colori della natura e del mare. Situate a nord est della Sicilia, si possono percorrere a piedi, in bicicletta e persino a dorso d'asino, ammirandone le singolari formazioni geologiche unite a tracce di una storia millenaria.
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Lipari
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Vulcano
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Salina
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Filicudi
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Stromboli
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Panarea
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Alicudi
Le Eolie isole
Lipari, isole del vento, così come vuole la leggenda dimora di Eolo, Dio dei Venti. L'arcipelago si sviluppa in un'area del basso tirreno vicino le coste della Sicilia e della Calabria. Ciascuna delle isole ha una propria caratteristica che la distingue, ma in comune hanno l'origine vulcanica. Qui è forte avvertire la sensazione di trovarsi lontani dalle città e dagli affollati centri urbani.
Adagiate nell'incantevole specchio di mare, tutte le isole Eolie sono di origine vulcanica. Quelli che manifestano ancora un'attività propria sono: -
Vulcano, quiescente da oltre cento anni (l'ultima eruzione risale al 1888) e con una attività propria; quella di trattenere calore e restituirlo sotto forma di "fumarole" (attività per mezzo della quale i gas magmatici, costretti nelle profondità ad elevate pressioni, emergono in superficie). -
Stromboli , vulcano già famoso nell'antichità ed oggi ancor più, con le sue spettacolari eruzioni di lava e lapilli. Da secoli considerato faro del Tirreno per tutte le imbarcazioni che si trovavano alla sua vista. Natura prorompente alle isole eolie e mare cristallino sono gli elementi che più risaltano alla vista del visitatore.
Storia
La storia vera delle isole abitate fin dal Neolitico, è ricca di eventi. I primi colonizzatori ne sfruttarono le risorse vulcaniche, soprattutto l'abbondante ossidiana, una roccia dura e vetrosa che può essere lavorata in lamine affilate e taglienti e che nell'antichità fu ampiamente usata come merce pregiata negli scambi commerciali, portando un'enorme ricchezza a tutto l'arcipelago. Le isole furono attirate nell'orbita del mondo greco quando intorno al 580 a.C. arrivarono i rifugiati delle guerre fra
Segesta e Selinus (
Selinunte). Ben accolti dagli abitanti, questi greci erranti si organizzarono in due gruppi: quelli che coltivavano la terra e che si insediarono nelle isole più piccole, e quelli che difendevano gli insediamenti dai pirati etruschi e che a loro volta saccheggiavano altre navi. La terra era in comune, e il bottino veniva diviso. Questo sistema funzionava così bene che i contributi versati dagli isolani per la costruzione del santuario di Delfi rivaleggiavano con quelli della potente Siracusa. I greci che si erano insediati nella cittadella fortificata di
Lipari si allearono in seguito con i cartaginesi, che fecero della stessa
Lipari la loro base strategica nella prima guerra punica. Come ricompensa la
Lipari greca venne distrutta dai romani nel 251 a.C. e le isole, divenute parte della provincia romana di Sicilia, furono soggette al pagamento di esosi tributi e di tasse sull'esportazione dell'ossidiana. Le Eolie passarono poi di mano in mano prima di essere abbandonate alle frequenti incursioni dei pirati nordafricani, che culminarono nel terribile massacro avvenuto nel 1544 per mano di Khair ed-Din, o Barbarossa, il quale ridusse in schiavitù tutti i sopravvissuti alla strage (circa 10.000 persone, secondo le stime). Durante l'unificazione dell'Italia le isole vennero utilizzate come luogo di confino per esiliati politici, un ruolo che l'arcipelago continuò a svolgere fino alla seconda guerra mondiale, quando i fascisti mandavano i loro avversari politici al confino a
Lipari. L'ultima detenuta politica fu, per ironia della storia, la figlia di Mussolini, Edda Ciano, nel 1946.
Economia
L'emigrazione, specialmente verso l'Australia, aveva sensibilmente ridotto la popolazione eoliana fino a ridurla, alla fine degli scorsi anni Cinquanta, a un pugno di famiglie residenti. Lo spopolamento si fermò quando l'arrivo del primo aliscafo segnò la nascita dell'industria turistica. L'agricoltura è stata in gran parte abbandonata, e l'attuale rinascita economica è basata quasi esclusivamente sul turismo (anche se l'estrazione della pietra pomice a
Lipari è un'atività ancora fiorente): su terreni un tempo aridi e spogli sono spuntati gli alberghi, e quasi ovunque sono stati installati gli impianti per l'acqua corrente e l'elettricità. nonostante ciò, lo splendore della natura continua a richiamare nelle isole parecchie troupes cinematografiche: qui sono stati girati il film di Rossellini
Stromboli, terra di Dio (1949) - divenuto poi particolarmente famoso per la storia d'amore fuori scena fra il regista e la protagonista, Ingrid Bergman -,
Vulcano di William Dieterle, con Anna Magnani (girato a
Salina nel 1950),
L'avventura di Antonioni (girato nel 1960 sulle rocce di Lisca Bianca, al largo di
Panarea), il più recente Caro Diario di Nanni Moretti (1994, con riprese filmate su tutte le isole) e il Postino di Michael Radford (1994, girato a
Salina).
Le Eolie, inserite di recente fra i siti del patrimonio mondiale dell'UNESCO, attirano anche un numero crescente di geologi e di appassionati di escursionismo, grazie ai buoni sentieri muniti di segnavia sparsi in tutte le isole.
Flora e Fauna
La vegetazione è costituita in gran parte, oltre che dall'onnipresente fico d'India e dalle agavi, dagli arbusti della macchia mediterranea (ginestre, corbessoli, oleandri, mirti, euforbie, artemisie, cisti e, alle altitudini più elevate, erica) e da un rigoglio di specie annuali, mentre la vegetazione arborea è limitata agli scarsi resti di colture oggi abbandonate (ulivi, carrubbi, fichi, mandorli) e a qualche bosco di pini, querce e castagni a
Salina. Le colture tuttora praticate sono solo la vite per la produzione della malvasia (specialmente a
Salina) e i capperi. Molti uccelli migratori fanno sosta sull'arcipelago in primavera e in autunno, stagioni nelle quali è possibile avvistare aironi rossi e cinerini, fenicotteri, gru, pellicani, cormorani, anatre, oche e altre specie, oltre a quelle stanziali come il gabbiano reale, l'occhiocotto, la sterpazzolina, altri passeriformi, il corvo imperiale, la berta maggiore e diversi rapaci, fra cui poiane, gheppi, falchi della regina, lodolai e falchi cuculi.